L’Abete generoso
C'era una volta un Abete grazioso e molto vanitoso. Abitava nel centro di un bosco piccolo ma molto bello insieme a tanti alberi, uccelli, fiori e farfalle colorate.
Vicino all'Abete c'era un limpido laghetto con gli occhioni azzurri e trasparenti.
In questo bosco tutti si conoscevano e si volevano bene, aiutandosi a vicenda ma soprattutto avevano un’immensa pazienza con il piccolo Abete, perché oltre ad essere vanitoso era capriccioso e molto egocentrico. Gli uccelli non potevano posarsi sui suoi rami per non sciupare i folti e verdi aghi e, se per disgrazia ne cadeva uno, era una tragedia, le sue urla e pianti arrivavano a torturare per un giorno intero tutti gli abitanti del bosco, che disperati accorrevano a consolarlo.
Ogni mattina all’alba il piccolo albero svegliava il laghetto perché moriva dalla voglia di specchiarsi.
Il poveretto ancora assonnato apriva i suoi occhioni blu,subendo con amorevole pazienza il rimprovero per essersi svegliato troppo tardi, e lasciava affacciare l’Abete nella trasparenza delle sue acque che con vanità si compiaceva della sua perfetta bellezza.
Subito dopo toccava agli uccelli, chiamati a gran voce pigroni. I piccoletti con gli occhietti semichiusi dal sonno volavano da lui, lo baciavano e poi delicatamente abbassavano la sua punta bella, alta e dritta verso il laghetto per fare in modo che l’Abete potesse vederla. Poi era il turno delle farfalle che senza essere chiamate già svolazzavano sotto i rami dell’albero per controllare che gli aghi fossero perfetti e ordinati rassicurandolo che tutto era a posto. Finalmente l’Abete sorrideva felice e soddisfatto mentre gli amici sospiravano sollevati. Quando giungeva la sera, gli alberi vicini s’intrecciavano intorno a lui creando una capanna per proteggerlo da venti, pioggia o neve, preservando i lucenti rami,onde evitare i soliti inutili pianti.
Nonostante il gran lavoro di manutenzione che l’Abete necessitava, tutti gli abitanti del bosco gli volevano molto bene perché aveva un cuore buono e sensibile.In una notte molto fredda mentre l’Abete dormiva tranquillo e protetto fu svegliato da uno strano rumore. Aprì gli occhi e con meraviglia vide vicino al suo tronco, sotto i folti rami, un piccolo Bambino avvolto in fasce che sorridendo lo guardava. Il povero alberello non capiva se ciò che vedeva era un sogno o realtà, sentiva solamente un immenso amore verso di lui e il cuore gli scoppiava di gioia. Ad un tratto si accorse che quel Bambinello tremava dal freddo e s’intristì mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime. Cosa poteva fare per scaldare il piccolino?
Non ci pensò due volte e scosse energicamente i suoi folti rami, cosicché tutti i suoi aghi caddero e si posarono delicata mente sul Bambinello coprendolo come una calda coperta. Il piccolino non ebbe più freddo e la gioia ritornò nel cuore dell’Abete che, anche se era nudo, non avvertiva il freddo. Era troppo felice e trascorse la notte a contemplare il suo bambinello, finché all’alba scesero due Angeli, presero il Bambino fra le braccia, lo avvicinarono alla cima dell’Abete per poterlo abbracciare e baciare, prima di portarlo via in cielo, mentre lo sguardo estasiato dell’Abete li seguì finché non scomparvero.
Il mattino seguente il laghetto si svegliò, accorgendosi che era tardi non riusciva a capire perché il suo amico non l’avesse svegliato come sempre. Con ansia guardò l’alberello e con dolorosa sorpresa si accorse che era tutto nudo. Rimase a bocca aperta e senza parole. Giunsero gli uccelli e le farfalle e in un batter d’ali tutto il bosco venne a sapere quello che era accaduto. Tutti piansero per il loro amico, però stranamente non capivano come mai lui appariva sereno, tranquillo e felice. Timidamente un uccellino si avvicinò e gli chiese cosa fosse successo. L’Abete ancora estasiato, piangendo lacrime di gioia raccontò dell’incontro con il Bambinello. Tutti commossi abbracciarono e baciarono il loro amico. Una musica celestiale li spinse a guardare verso il cielo da cui scesero due angeli con un cestino colmo di fili, palline e fiocchi colorati e si posarono ai piedi dell’Abete. Gli Angeli insieme agli uccelli e alle farfalle iniziarono a vestire l’alberello con tutto ciò che c’era nella cesta. Appena l’Abete fu addobbato il laghetto lo chiamò per farlo specchiare. L’Abete si curvò leggermente e vide la sua figura nelle acque cristalline, si meravigliò di scoprirsi carico di luccichii e colori. Due lacrimoni scesero dai suoi occhi di corteccia e si unirono all’acqua trasparente del suo amico mentre tutto il bosco applaudiva e gioiva. Gli Angeli baciarono l’alberello, salutarono gli abitanti del bosco e volarono in cielo.
Il piccolo Abete ha saputo essere generoso, spogliandosi di tutto ciò che aveva per amore del bambinello Gesù e in cambio ha ricevuto una ricompensa molto più grande del dono fatto.
Da quella magica notte di Natale ogni 25 Dicembre alla ricorrenza della nascita di Gesù Bambino è tradizione che tutti gli abeti del mondo vengano addobbati con palline, fili e fiocchi colorati nel ricordo di quel piccolo Abete che ha saputo amare totalmente nella sua più sincera generosità.