Ci sono storie che per essere raccontate col giusto grado di coinvolgimento emotivo, andrebbero vissute, ma già il solo fatto di sentirle ripercorrere da chi c’era, fa una grossa differenza. Per questo oggi ci piacerebbe dare voce al ricordo di Fernando, uno dei primi ospiti a sperimentare la speciale accoglienza di Casa Regina della Pace.


Fernando Tatavani era originario di Roma, e dopo un'infanzia e una giovinezza decisamente burrascose aveva trovato ospitalità a Milano, sotto la stazione Centrale nel rifugio di Fratel Ettore. Attraversò molti momenti difficili in quel periodo, e durante uno di questi, si ricordò dell’esistenza di Casa Regina della Pace, dalla quale pare fosse passato diverso tempo prima.
Questo ricordo gli diede la spinta per raggiungere Assisi.


Era il 9 dicembre 1986, il giorno prima era stata celebrata la Madonna Immacolata alla Porzioncula, e Fernando si era fatto trovare nella nostra cappella durante la preghiera. All’epoca aveva circa 35 anni. Quello stesso giorno Fernando mostrò a tutti un foglio che certificava la sua sieropositività. In quegli anni l’HIV faceva veramente paura e i sieropositivi venivano emarginati e trattati come dei lebbrosi. La loro vita era veramente dura e piena di sofferenze.


Quando Fernando arrivò a Casa Regina della Pace era ospite alla Caritas di Assisi, ma non sarebbe potuto rimanere lì ancora per molto. La Caritas stessa ci fornì una piccola roulotte che noi sistemammo accanto alla Casa e dentro la quale decidemmo di ospitarlo. Quella roulotte non venne usata granché, se non durante la notte, quando Fernando ci dormiva: la maggior parte del tempo, infatti, lo trascorreva con noi e con gli altri ospiti.


La decisione di accogliere Fernando venne inizialmente criticata dagli amici che frequentavano Casa Regina della Pace, ma dopo poco tempo, grazie alla sua discrezione e simpatia, lui riuscì a far accettare a tutti la sua presenza. All’arrivo di ogni nuovo ospite, dal momento che gli spazi dedicati ai pasti erano (e sono tutt’ora) condivisi, per correttezza veniva segnalata la situazione di salute di Fernando, lasciando ad ognuno la possibilità di decidere se trattenersi con noi o meno. Nessuno ha mai deciso di abbandonare un pranzo o una cena per via della presenza di un sieropositivo.


Ciò che colpiva di lui era la sua serenità in merito a questa terribile malattia. Non temeva di parlarne e sapeva che non era necessario nascondersi: proprio questo suo modo di affrontarla gli ha permesso di integrarsi e di sentirsi accolto da tutti.


La verità, però, è che a poco a poco Fernando diventava sempre più debole, e non poteva fare sforzi. Così iniziò a passare le mattinate nell’orto, accanto a Manuela che lo ricorda con affetto: «Mi guardava mentre lavoravo l’orto, e spesso mi prendeva in giro. Ho di quel periodo un ricordo forte e molto positivo, era come la mia coscienza».


Dopo qualche mese accadde quello che tutti temevano: la sua salute peggiorò e la malattia si manifestò in maniera molto aggressiva. Fernando rimase ricoverato all'ospedale di Perugia per più di un mese. Una volta dimesso, Tiziana decise di affittare una casa solo per lui, perché la roulotte non era più adatta alle sue precarie condizioni di salute.


Da quel momento lei e tutti gli ospiti di Casa Regina della Pace continuarono a stargli vicino finchè la malattia non lo portò via. La sua scomparsa, però, non ha mai vinto il gioioso ricordo che ancor’oggi ognuno di noi conserva di Fernando, e rimarrà sicuramente a lungo nel cuore e nelle mura di Casa Regina della Pace.

 

By Lucia Giannini